Teatro

'Ciao, Milano'. Addio a Piero Mazzarella, colui che disse no a Fellini.

'Ciao, Milano'. Addio a Piero Mazzarella, colui che disse no a Fellini.

"Te ghè inscì de cur!"

"Ne hai da correre", diceva in milanese alla nuova generazione di attori dalla comparsata TV facile.

A 85 anni è scomparso Piero Mazzarella, uno dei simboli" del teatro meneghino, uno di quelli che ha fatto la gavetta vera, quella sudata.

Milano è sempre stata il motore e l'ispirazione e della sua carriera: l'ambiente dei palazzi di ringhiera (che una volta facevano davvero "comunità"); la parlata popolare, il dialetto più vero.
E quella UO di "Duomo", altro simbolo di Milano, pronunciata come solo lui riusciva a fare, alla "milanes".

Sfumature di una mondo che Mazzarella ha portato sul palcoscenico, sul quale esordì a 10 anni. Un mondo che conosceva profondamente, che l'ha accolto e avvolto, di cui ha parlato e anche sparlato, che ha usato come specchio della realtà. Un mondo amato e, col tempo, anche odiato. E, come i grandi amori, un amore che è finito male: Mazzarella negli ultimi anni soffriva una condizione economica disagiata, tanto che a dicembre aveva ricevuto lo sfratto dalla sua casa a Milano 2, in attesa della Bacchelli.

Oltre 240 commedie, fino al record di incassi nella stagione 1961-62 (per chi vi assistette, indimenticati restano due titoli:  I Denti dell'Eremita e Il Focolare Domestico),arrivando allla medaglia d'oro del comune di Milano nel 1974. E poi tre mogli, l'amicizia con Giorgio Strelher e il dispiacere di non aver mai trovato il suo "delfino", l'erede artistico a cui passare segreti e testimone.

Ma era, soprattutto, un artista dal senso umano e sociale rarissimo, affinato dalla "palestra" del risotto per tutti dei palazzi di ringhiera in cui era nato e cresciuto. Resta storico il suo doppio diniego a Federico Fellini: rifiutò,  infatti, di prendere parte a capolavori come Amarcord e La voce della luna. Il motivo? Se avesse accettato il ruolo, gli attori della sua compagnia teatrale sarebbero rimasti disoccupati.

Tu saluti la tua Milano, noi salutiamo te.
Ciao Piero.